Formica o Cicala?
In base a ciò che afferma un’indagine condotta dall’Istat, pare che nel primo trimestre del 2019 il potere d’acquisto sia aumentato dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Attenzionando ancora il lasso temporale in questione, l’indagine ha rilevato un incremento pari allo 0,3% della pressione fiscale, che in questo momento si attesta a quota 38,0%.
Se è vero che il potere d’acquisto aumenta, è altrettanto vero che conseguentemente a questo dato si è verificato anche uno sviluppo dei consumi, che in termini nominali crescono dello 0,2%. Conseguenza immediata è una contemporanea e causale espansione della propensione al risparmio delle famiglie, che sfiora il ragguardevole traguardo dell’8,4%, in aumento rispetto al trimestre antecedente.
Le associazioni dei consumatori sembrano concordare con questi numeri, sostenendo che, attendendo tempi che inevitabilmente dovranno essere migliori, gli italiani preferiscono mettere da parte il proprio denaro risparmiando.
Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, definisce questa una buona notizia, viste anche e soprattutto le due precedenti flessioni congiunturali negative.
Un incremento simile non avveniva infatti dall’ormai lontano 2006, anche se Dona considera prematuri i tempi per cantare definitivamente vittoria, dato che dal 2006 ad oggi il potere di acquisto dei cittadini italiani è sceso di più di sei punti percentuali.
Il vero problema del quale bisogna trovare soluzione è, ancora secondo Doma, derivante dal fatto che gli italiani nutrono timore nei confronti del futuro, cautelandosi dallo spendere smodatamente.
Il Codacons fa addirittura cenno al concetto di famiglia “formica”. Il presidente Carlo Rienzi dice che il miglioramento del tasso di inflazione ha sortito le proprie conseguenze positive sulla capacità di spesa degli italiani, ma non ha esteso i propri effetti su consumi che purtroppo rimangono stagnanti. Palese è, in aggiunta, il clima di sfiducia che si respira ancora nel nostro Paese.
Un atteggiamento pessimistico generale, questo di cui si parla, che danneggia in modo considerevole soprattutto il settore del commercio e che si tramuta in una sorta di monito, quello nei confronti di un Governo che dovrebbe provare a scongiurare aumenti di tasse e IVA nei prossimi anni.
Come si comportano le cicale e le formiche
Si è tutti uguali di fronte alla legge, ma la stessa cosa non potrebbe essere detta per quello che concerne il denaro. In questo caso, tanti sono gli aspetti ed i fattori che entrano in ballo, ognuno dei quali è strettamente dipendente dallo specifico risparmiatore.
Su qualcuno di questi aspetti sarà possibile lavorare incisivamente sin dall’immediato, per altri invece non bisognerà far altro che attendere. Sostanzialmente, quali possono essere i processi mentali ed emotivi che potete adottare verso il denaro?
La cicala
Sul duopolio cicala/formica sono state scritte fiabe che hanno intrattenuto generazioni e generazioni di bambini.
La cicala è colei che pensa al divertimento, senza prestare troppa attenzione al futuro ed a quello che pertanto avverrà in seguito. Sperperare il denaro è il suo passatempo principale.
Ogni spesa è finalizzata a vivere uno stile di vita composto da agi, uno stile di vita superiore al resto della collettività.
La gratificazione istantanea costituisce qui un dogma dal quale non si può prescindere, senza pianificare minimamente nè avvenimenti che potrebbero negativamente minare siffatto tenore nè tanto meno probabili crisi.
La cicala, che pensa esclusivamente al presente, è alla continua ricerca di scorciatoie che, spesso e volentieri, conducono verso eventi tutt’altro che benefici. Le cicale non sono affatto povere, ma potrebbero da un momento all’altro diventarlo.
Il mondo è zeppo di sportivi e personaggi famosi che, lasciandosi ad andare al vizio, sperperano tutte le fortune acquisite varcando la frontiera dell’infelicità.
La formica
Incarna in tutte le sfaccettature possibili la classe operaia, i cui componenti lavorano duramente riuscendo a fronteggiare qualsiasi avversità.
L’eredità che riescono a lasciare questi soggetti ai propri figli non sono poi così elevati, ma riescono comunque a fare del risparmio la guida regina. Tutti coloro che fanno parte di questa categoria pianificano attentamente il futuro, calcolando quando andare in pensione e mettendo da parte per quel momento discrete somme.
Il mezzo per arrivare al successo è lo studio, grazie al quale si raggiungono occupazioni che prevedono salari non molto più alti respetto alla media.La strada imboccata qui è quella più meno avversa, con schemi convenzionali che tuttavia non tengono conto di eventuali fattori di rischio, come la perdita del lavoro.
In un contesto mondiale che cambia alla velocità della luce, essere portatore di un lavoro specializzato può non essere un approdo sicuro. I fondi pensionistici sono estremamente indebitati, le banche falliscono, il settore immobiliare è agonizzante e la speranza potrebbe non aiutare.
Malgrado ciò, è proprio sulla speranza che le formiche basano il loro stile di vita. Se fino a qualche decennio fa questa strategia poteva apparire come fruttuosa, adesso l’evidenza manifesta il contrario.
E voi come vi definite, più cicale o formiche?