Siete indecisi se vendere il vostro immobile e ricavarne un’entrata immediata o darlo in affitto e garantirvi una rendita mensile?
Avete da parte qualche risparmio e volete lanciarvi sul mercato immobiliare?
Proviamo ad analizzare i fattori da considerare nella vostra scelta.
Indice
Rendita da affitto: quanto rende la locazione
Se state valutando l’acquisto di un appartamento o una casa con l’obiettivo di metterlo in affitto, la rendita dell’affitto può essere uno strumento utile per il confronto tra diverse opzioni, fornendo un indicatore percentuale oggettivo.
Calcolo della rendita: Il calcolo è semplice; basta dividere i ricavi annuali presunti derivanti dal canone di affitto per il valore dell’immobile. Ad esempio, consideriamo un immobile del valore di €200.000 con un canone mensile presunto di circa €600 (equivalente a un canone annuale di €7.200). La rendita lorda sarà del 3,6% (€7.200/€200.000).
Per ottenere la rendita netta, si dovrebbero considerare le tasse sui redditi da locazione (ad esempio, il 21% in caso di cedolare secca) e i costi aggiuntivi legati all’acquisto dell’immobile, come imposte e spese notarili, che rappresentano circa l’8% del valore per la prima casa (percentuale più alta per la seconda e terza casa).
Ad esempio, la rendita netta per l’immobile descritto sopra, considerando una prima casa e la cedolare secca, sarebbe del 2,6%, con un canone netto di €5.688 (€7.200 x (1-0,21)) e un costo complessivo di €216.000 (€200.000 x (1+0,08)).
Considerazioni aggiuntive: Una volta calcolata la rendita, è importante tenere conto di variabili come possibili rivalutazioni nella zona dell’immobile e costi per ristrutturazioni straordinarie, se necessarie. Gli affitti possono rappresentare una rendita stabile e garantita, ma è fondamentale scegliere inquilini affidabili, gestire le spese correnti e mantenere nel tempo il valore e l’integrità dell’immobile.
È importante notare che se il valore dell’immobile aumenta nel tempo, la rendita proporzionalmente diminuirà, e potrebbe essere necessario valutare la decisione di vendere. Pertanto, la rendita da affitto può risultare redditizia, ma richiede una gestione attenta per assicurare un flusso costante di entrate e la manutenzione dell’immobile nel tempo.
Rendita immobiliare: conviene vendere?
Nel caso si stia considerando l’ipotesi di vendita, è importante evitare di lasciare l’immobile in vendita per troppo tempo, al fine di ridurre spese sostenute per manutenzioni ordinarie e straordinarie, così come per le imposte locali (IMU, TARI, TASI, ecc.), e di non rinunciare alle entrate potenziali derivanti da un affitto.
Una volta trovato l’acquirente, è opportuno considerare alcune spese aggiuntive:
Certificazione energetica: Sarà necessaria una certificazione energetica redatta da un tecnico abilitato, il cui costo può variare dai 300 ai 500 Euro, a seconda delle specificità dell’immobile.
Ipoteche antecedenti al 2007: Nel caso in cui sull’immobile vi sia un’ipoteca iscritta prima del 2007, potrebbe essere necessario affrontare piccoli costi bancari e eventuali penali ridotte per la sua cancellazione.
Commissioni di agenzia: Se si decide di affidare la vendita a un’agenzia immobiliare, è importante considerare una percentuale del valore in commissioni, che generalmente varia dal 2% al 3%. Ad esempio, per un immobile ipotizzato all’inizio dell’articolo, le commissioni potrebbero oscillare tra i 4.000 e i 6.000 Euro.
Imposte sulla plusvalenza: Nel caso di fabbricati o terreni non edificabili venduti entro 5 anni dalla data di acquisto, è necessario considerare le imposte sulla plusvalenza, calcolate sulla differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita.
Regolarizzazione urbanistica: Potrebbero essere necessari costi per la regolarizzazione urbanistica, che includono la sanatoria catastale, richieste di agibilità, destinazione urbanistica, e così via.
Tenendo conto di tutte queste spese, è possibile avere una visione più chiara degli oneri finanziari associati alla vendita dell’immobile.
Dove costano meno le case in Italia:
Conclusioni
Quindi riassumendo, gli affitti vi consentono una rendita costante e ben ponderata a patto che troviate degli inquilini coscienziosi e puntuali nei pagamenti, d’altro canto la vendita permette una rapida capitalizzazione del vostro patrimonio al netto di spese spesse onerose.
Avrete capito a questo punto che per rispondere alla domanda “Meglio vendere o affittare?” dovrete sedervi al tavolo muniti di carta e penna e iniziare a fare qualche considerazione sui pro e contro delle due soluzioni tenendo presente le specificità della vostra situazione.
Davide Marlzetti è un appassionato di economia e di strategie di risparmio. Lavora come freelance, dedicando il suo tempo alla scrittura di contenuti informativi legati all’economia e alle migliori pratiche per risparmiare denaro. Con una passione accesa per l’analisi finanziaria e la gestione oculata delle risorse, Davide condivide consigli pratici e approfondimenti che riflettono la sua dedizione nel rendere l’educazione finanziaria accessibile a tutti.