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Ricavare metalli preziosi dalla marmitta dell’auto

 

 

Anche se a saperlo non sono in molti, la marmitta catalitica della vostra auto contiene metalli preziosi, talmente preziosi che anche un oggetto così “brutto” esteticamente entra nel mirino dei ladri. Perché? Ovviamente per fare soldi facili grazie al platino contenuto al suo interno.

 
Com’è fatta una marmitta catalitica

La marmitta catalitica viene usata fin dagli anni Novanta ed è stata montata sulle auto per cercare di diminuire gran parte delle emissioni nocive. È infatti del 1992 la definizione dello standard Euro 1, cioè il primo provvedimento dell’UE per il controllo dell’inquinamento atmosferico che deriva dai veicoli.

Il provvedimento è però molto repentino e dato che alle case automobilistiche non viene lasciato hanno abbastanza tempo per intervenire in maniera drastica direttamente su impianti di scarico e motori inizia a diffondersi il retrofit: di cosa stiamo parlando?

Il retrofit è un vero e proprio silenziatore, idoneo a farsi trapassare dai gas attraverso una rete di piccoli tubi rivestiti da palladio, platino o rodio, o da varie miscele dei tre. Il retrofit, anche detto catalizzatore, è in realtà un elemento chimico capace di favorire oppure innescare un’ossidazione dei gas di scarico, una riduzione o anche un’ossidoriduzione.

La sua semplicità è anche alla base della sua efficacia: non alterando forma e struttura dell’impianto di scarico, il suo utilizzo e la sua diffusione sono stati molto rapidi.

Per i suoi limiti però l’uso del retrofit è stato soppiantato dall’utilizzo del convertitore detto catalitico: con dimensioni ridotte, può così essere inserito tra collettore di scarico ed il primo silenziatore oppure, in alcuni casi, anche nel vano motore.

Ogni tipo di catalizzatore ha una sua portata che dipende direttamente dal tipo di prestazioni del motore, ed esistono tre tipi di convertitore catalitico:

  • ossidante – anche detto bivalente, viene utilizzato per motori con accensione di tipo comandata, è composto da elementi di palladio e platino ed è in grado di ridurre il CO ma anche gli HxCx (idrocarburi incombusti)
  • riducente – anche detto a singola via, agisce unicamente su una tipologia di inquinante, cioè sui NOx
  • trivalente – il più completo ed il più diffuso dei tre dato che unisce le caratteristiche degli altri due, è composto da un doppio stadio (uno riducente ed uno ossidante) ed è sfruttato sia nei motori a GPL che a benzina

 
Cos’è il platino e perché si utilizza nelle marmitte catalitiche

Il platino puro ha un aspetto molto simile a quello dell’argento, ma può resistere alla corrosione chimica ed ha capacità catalitiche; inoltre non soffre di ossidazione né con l’aria, né in presenza di elevate temperature, ma anzi è tra i metalli capaci di condurre al meglio il calore.

Il platino è un metallo raro ed anche per questo ha un valore di mercato alto: oltre che nelle marmitte catalitiche, trova diffusione nei gioielli, nell’odontoiatria e negli attrezzi per laboratori.

Per queste sue caratteristiche la vostra marmitta catalitica può essere oggetto di furto da parte ci malintenzionati che vogliono appropriarsi di ciò che di prezioso c’è al suo interno.

 
Cosa può contenere una marmitta catalitica e quanto può valere

I veicoli particolarmente presi di mira dai ladri che vogliono arricchirsi rubando marmitte catalitiche sono i veicoli Suv, perché essendo più alti hanno la marmitta raggiungibile in modo più facile e veloce.

Ciò che cercano i ladri sono i metalli preziosi che contiene al suo interno, cioè palladio, rodio e platino, quest’ultimo contenuto in maggiore quantità: per capirci, una marmitta catalitica ne contiene da uno a tre grammi.

Ad oggi il platino vale più o meno 30 euro/grammo, quindi è facile capire che da una marmitta è possibile ricavare circa un centinaio di euro, che ovviamente nelle tasche del ladro sono molto meno, ma ciò che li attira è la facilità e la velocità di guadagno.