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Troppi debiti: conseguenze e le tre soluzioni

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Quando si tratta di instabilità economica, più comunemente chiamata crisi, sono molte le famiglie che ne subiscono le conseguenze. Gli italiani si ritrovano oggi con troppi debiti da pagare e con non poche difficoltà per sanarli.
Secondo alcune indagini molte famiglie e attività si ritrovano spesso con degli insoluti davvero ingenti.
Ecco, quindi, che è bene esporre informazioni utili per chi si dovesse trovare in una situazione economica abbastanza negativa.

Troppi debiti: quali sono le conseguenze?

Chi si trova in difficoltà economiche spesso è costretto a scegliere una delle due strade da dover percorrere: o decidere di pagare i debiti mediante una rateizzazione delle bollette senza, però, vivere dignitosamente, oppure non sanare per nulla questi insoluti e ritrovarsi con conseguenze gravi in futuro.
Ma a proposito di conseguenze, quali sono?
Ebbene, bisogna fare chiarezza su questo concetto: le conseguenze per chi non paga i debiti personali sono definiti patrimoniali, per cui non si rischia il carcere o altri processi giudiziari. In molti si chiedono quali siano queste catastrofiche conseguenze nel non pagare i debiti. Spesso si tratta di vere e proprie assurdità messe in circolazione anche da società di recupero crediti in modo tale da intimorire il debitore e farlo pagare.


Aggrediti dal recupero crediti

Una delle prime conseguenze è proprio quella di essere aggrediti letteralmente da una società che si occupa di recuperare crediti nei confronti del debitore. Queste società hanno lo scopo di ottenere il pagamento di un credito in due occasioni: sia nel momento in cui il moroso non è intenzionato a pagare sia nel momento in cui è circondato da una situazione economica che non gli permette di onorare i propri impegni. Pertanto, alcuni vogliono vederci chiaro e capire come difendersi da queste società, ma quando il debito esiste c’è poco da fare.


Segnalazione in CRIF

La seconda conseguenza è la segnalazione in CRIF. Ci si ritrova in questa situazione nel momento in cui una persona o un’azienda tarda con i pagamenti di un prestito, di un mutuo, di un finanziamento o, nel peggiore dei casi, quando decide di non volerlo più pagare. Il mancato pagamento, quindi, comporta una segnalazione presso le banche dati, laddove ogni informazione riguardante gli insoluti viene registrato e reso pubblico per tutti gli altri istituti di credito. Una delle banche più note è CRIF, ma ne esistono altre diverse. Ad ogni modo, CRIF è l’acronimo di Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria e ha lo scopo di indicare se quel contribuente sia considerato un cattivo pagatore o meno. Grazie a questa società, nessuna finanziaria darà nuovo credito ad una persona che abbia uno storico come cattivo pagatore. Risultare in questa lista nera fa del debitore un soggetto per le banche da evitare di far salire a bordo. Secondo alcune statistiche della Banca d’Italia, sono circa 900 mila le persone che vengono identificati come cattivi pagatori.


Il pignoramento

Quando si giunge al fatidico momento d’insolvenza dei propri debiti, i creditori possono recuperare il credito mediante l’uso del pignoramento e la vendita dei beni del debitore. Infatti, il pignoramento è un atto che implica l’espropriazione forzata dei beni di un insolvente, il quale ha deciso o è impossibilitato a sanare i propri debiti. Tra i rischi di mancato pagamento dei debiti c’è quello di perdere la propria casa, ma anche vedersi pignorato 1/5 dello stipendio o il conto corrente. Capita molto raramente che un creditore possa pignorare beni mobili, come l’auto o i mobili. Solitamente il processo è abbastanza lungo, molto complesso.


Il debito verso l’Agenzia delle Entrate

Se il creditore è lo Stato, allora si identifica nell’Agenzia delle Entrate, prima denominata come Equitalia, la quale ha il preciso compito di mettere un fermo amministrativo su auto e mezzi pubblici e di pignorare senza avvisare il debitore. Altri creditori, come banche o fornitori, devono, invece, passare tramite un precetto e, solo successivamente, mandare un avviso di pignoramento per il quale il debitore sarà informato sempre in anticipo.

Le tre possibili soluzioni

Cosa bisogna fare, allora, in questi casi di difficoltà economica con lo spauracchio di queste conseguenze? Ebbene, esistono tre soluzioni da poter adottare per evitare sempre e comunque il peggio: Saldo e Stralcio, la Legge 2 2012 e il consolidamento del debito.

Risolvere a Saldo e Stralcio

Il Saldo e Stralcio altro non è che un accordo scritto e stipulato, senza alcun vincolo legale, tra debitore e creditore, con quest’ultimo che cerca di chiudere ogni rapporto di tipo finanziario in essere. Nel momento in cui un mutuo o altro tipo di finanziamento non viene saldato, allora questi passano direttamente in contenzioso.
Chiedere Saldo e Stralcio vuol dire proporre al creditore una somma più bassa rispetto a quella dovuta, in modo tale da poter chiudere il rapporto debitorio quanto prima. Il debitore deve impegnarsi affinché paghi prima una cifra a sua effettiva disposizione. La controparte si “accontenterà” della somma pattuita e rinuncerà di conseguenza ad ogni pretesa nei confronti del debitore. La somma residua, quindi, verrà stralciata. Il Saldo e Stralcio non può applicarsi con debiti contratti con Equitalia/Agenzia delle Entrate, in quanto questa è un ente di riscossione e non può assolutamente accordarsi ma solo riscuotere quanto le è dovuto.

La legge 3 2012

Accedere a questa legge conviene soprattutto a chi si ritrova pieno di debiti con molti più creditori (sovraindebitamento): si tratta, pertanto, di un processo particolare per chi ha accumulato diversi debiti. Se un creditore è in dissenzio, bisogna che si adegui a quanto pattuito dalla maggioranza dei creditori o dal giudice. I pagamenti, in questo caso, verranno dilazionati in base alla situazione economica dell’insolvente. Usufruire della Legge 3 2012 blocca le azioni esecutive in corso, come, per esempio, un pignoramento o un’asta.


Il consolidamento del debito

Il consolidamento dei debiti è un tipo di soluzione molto vantaggiosa offerta proprio dagli istituti di credito in favore dell’insolvente. Questo permette di sostituire un unico finanziamento a più prestiti preesistenti. Il debitore che si trova nella situazione di dover pagare più rate ogni mese, può pagarle in unica soluzione e di importo inferiore rispetto alla somma totale delle suddette rate. In questo modo, il debitore si ritrova con la consapevolezza di spalmare i propri insoluti su un piano di ammortamento più lungo e, di conseguenza, rendendo più leggera la somma da pagare.

Decadenza beneficio del termine

A volte per il debitore si presenta la possibilità di tener conto che svariate motivazioni portino a decadere del beneficio del termine, ossia di richiedere la restituzione immediata del debito, evitando di rispettare il piano di rateizzazione iniziale.
Quindi, quando va in prescrizione un prestito non pagato?
Ebbene, questo evento si verifica nel momento in cui il debitore tende a non pagare il mutuo da più di sei rate consecutive e non. Generalmente, nel contratto questa clausola viene sempre inserita messa in chiaro.

Davide Marlzetti

Davide Marlzetti è un appassionato di economia e di strategie di risparmio. Lavora come freelance, dedicando il suo tempo alla scrittura di contenuti informativi legati all’economia e alle migliori pratiche per risparmiare denaro. Con una passione accesa per l’analisi finanziaria e la gestione oculata delle risorse, Davide condivide consigli pratici e approfondimenti che riflettono la sua dedizione nel rendere l’educazione finanziaria accessibile a tutti.